| Hibiki era salita, come sempre durante l'ora di pranzo, sul tetto della scuola. Tutti la ammiravano è vero ma, appunto per questo, nessuno voleva fare gruppo con lei e si ritrovava a pranzare sempre da sola. Ormai aveva preso l'abitudine di mangiare e suonare una canzone... la aiutava a pensare e quel giorno aveva molto a cui pensare. Non toccò cibo, quella volta: si appoggiò alla ringhiera per sentire la brezza autunnale, scostò i capelli nerissimi dal viso e andò a prendere il violino. Si piazzò in mezzo al terrazzo, posizionò il violino, l'archetto, respirò a fondo e attaccò, una nota lunga e profonda, leggermente vibrata: l''Ave Maria' di Shubert, una delle sue preferite. La suonava sempre quando voleva pensare. "Posso trovare Kazuki-nii, ho la possibilità di ritrovarlo, di portarlo a casa!" pensò serena. "Non posso credere che esista un mondo in cui tutti abbiamo un altro aspetto... il nostro VERO aspetto... Hajime-san... deve essere stato molto doloroso per lui perderla... sono solo congetture certo... ma dopotutto, non sono affari miei..." la lunga nota alta vibrò perfetta sotto le dita esperte di Hibiki: "L'unica cosa che non mi spiego è il passaggio del tempo... e poi, seriamente... mi ritroverò con i tacchi tutte le volte? Io, Hibiki Kanade che è in grado di portarli solo quando suona perchè sono d'obbligo e perchè deve stare ferma? Non fanno per me..." le sue dita danzavano sulle corde e l'archetto le accarezzava con perizia, non v'era una sbavatura in quell'esibizione così sentita... era anche vero che ormai il violino l'aveva imparata, a furia di suonarla. "Tra l'altro dovrò imparare a difendermi... usare i Chakram e capire cosa ha effetto su chi e come... sarà una faticaccia... in più dovrò mantenere la mia media nella top 3 della scuola e continuare con tutti i miei club e i concerti... beh... l'ultima parte è la più piacevole..." ringraziò ancora una volta di non essere iscritta in alcun club sportivo < Se non puoi eccellere, non provare nemmeno> avevano detto i suoi. "Sarà una faticaccia... ieri sono tornata appena in tempo. Per poco non mi beccavano... dovrò stare attenta..." terminò il pezzo con l'ultima lunghissima nota, bassa, potente, vibrata. < E dovrò chiedere ad Hajime-san un sacco di cose> sospirò dopo aver separato l'archetto dalla corda. Respirò a pieni polmoni: < Il vento di oggi è in Si bemolle... verrà a piovere...> disse guardando il cielo. Non si era accorta però (tanto era assorta nei suoi pensieri e nella canzone) di non essere sola, sulla terrazza...
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